LA STORIA
Si disse che Giulio Cesare progettò la costruzione di un teatro che oscurasse quello edificato nel Campo Marzio dal nemico Pompeo. Ma è del tutto falso, perchè prima di costruire il teatro Marcello, Cesare fece riedificare quello di Pompeo distrutto da un incendio, cosa che avrebbe potuto evitare. Inoltre il nuovo teatro non avrebbe avuto e non ebbe mai, nonostante l'ampliamento del progetto, la capienza del Teatro di Pompeo.
Cesare, non solo non dette a Pompeo ladamnatio memoriae, ma lo onorò nei funerali, nei monumenti e nelle statue. Infatti fu assassinato proprio sotto la statua di Pompeo posta dinanzi al senato.
Per la sua edificazione Iulius fece espropriare una vasta area, demolendo anche alcuni edifici sacri, come il tempio della Dea Pietas. Alla morte prematura di Cesare però erano state gettate solo le fondamenta e i lavori furono ripresi da Augusto, deciso a portare a termine ogni iniziativa del predecessore, che riscattò con il proprio denaro un'area più vasta per un teatro più grande e munifico. Probabilmente occupò la parte curva del Circo Flaminio, che da allora divenne una piazza, facendo spostare o riedificare gli edifici sacri circostanti, come il tempio di Apollo e il tempio di Bellona.
Il primo spettacolo avvenne nel 17 a.c., per i "ludi secolari", ma venne inaugurato ufficialmente nel 13 a.c. con giochi sontuosi e dedicato a Marco Claudio Marcello, nipote di Augusto, figlio della sorella Ottavia, già designato come erede e maritato alla figlia Giulia, ma morto prematuramente.
Per la dedica vennero collocate quattro colonne di marmo africano, prese dalla casa di Marco Emilio Scauro sul Palatino e una statua di Marcello in bronzo dorato.
Il primo restauro della scena si ebbe sotto Vespasiano e altri restauri si ebbero sotto Alessandro Severo. Nonostante il possibile reimpiego di alcuni blocchi di travertino provenienti dalla facciata nel restauro del 370 del ponte Cestio, il teatro sembra fosse ancora utilizzato e nel 421 si ebbe un restauro delle sue statue a cura di Petronio Massimo, praefectus urbi.
In epoca medioevale si trasformò in un castello fortificato, inizialmente di proprietà dei Pierleoni, poi dei Faffo e dal XIII sec. dei Savelli, che fecero edificare da Baldassarre Peruzzi il palazzo tuttora esistente sopra le arcate della facciata. Nel XVIII sec. passò agli Orsini, fino agli espropri degli anni '30 e ai lavori del 1926-1932, ad opera di Mussolini, con cui vennero eliminate botteghe e abitazioni nelle arcate e lo spazio circostante; contemporaneamente i fornici, allora interrati per circa 4 m., vennero porati allo scoperto. I restauri consolidarono una parte delle arcate interne, con speroni in mattoni, e rifecero parte della facciata, riprendendo lo schema architettonico delle arcate in pietra.
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