Saturday, November 10, 2012

I Mosaici



I MOSAICI ROMANI



Il mosaico romano nacque come una composizione artistica e figurativa ottenuta mediante frammenti di materiali diversi, dette tessere, per formare immagini o disegni decorativi. Le tessere potevano essere di basalto, di travertino, di marmi di diverso colore, di diaspri vari, di pasta vitrea o di conchiglie. Si usava principalmente per i pavimenti, resistenti e facili da pulire, ma in seguito venne usato pure sulle pareti, a volte di grandezza ridotta, incasellati in una pittura parietale più estesa.



Le tessere potevano essere di varia grandezza e profondità, più erano piccole più il disegno era preciso, specie nei mosaici policromi. Naturalmente più erano piccole le tessere più costava il mosaico, che perciò si usava solo nelle case di lusso, mentre le tessere più grandi venivano usate nei giardini, nei negozi o nelle abitazioni meno lussuose, ma non certo povere per potersi permettere queste decorazioni.


Il termine mosaico nel sostantivo, e musivo per l'aggettivo, in latino chiamato opus musivum, dovrebbe avere un riferimento alle Muse, cioè "opera delle Muse" oppure "rivestimento applicato alle grotte dedicate alle Muse ". Gli antichi romani in effetti solevano costruire, nei giardini delle ville, grotte e anfratti dedicati alle Ninfe (ninpheum) o alle Muse (musaeum), decorandone le pareti con sassi e conchiglie. Quindi musaeum o musivum indica la grotta e opus musaeum o opus musivum indica il tipo di decorazione murale.





I primi mosaici a Roma compaiono verso il III sec.a.c. per impermeabilizzare e abbellire il pavimento di terra battuta. Dapprima si userà il cocciopesto, in seguito imiterà i mosaici greci finchè troveranno uno stile proprio. I motivi dominanti saranno a motivi geometrici, ad arabeschi, a vegetazione stilizzata.

A Roma prevarranno i mosaici in bianco e nero, che pavimenteranno le terme, i mercati, i fori e i templi, nonchè le abitazioni private, giungendo a piccoli mosaici davanti la casa che avvertiva del nome della casa o in segno di accoglienza, o del famoso "Cave canem", "Attenti al cane", rinvenuto in vari siti campani.




No comments:

Post a Comment